formatti = formazione in due atti

TIPOLOGIA: educazione e formazione, cultura e società, pregiudizi e prevenzioni, supporto e assistenza
formatti = formazione in due atti


PERCHÈ VOTARE IL NOSTRO PROGETTO?

Pensiamo che sia necessaria una grande eterogeneità per ragionare sulle diversità e purtroppo spesso le azioni formative che si fanno quando si parla di differenze di genere hanno invece molta omogeneità tra chi parla e chi ascolta. Per capirci, forse banalizzando e semplificando molto, facciamo un esempio: se si va ad un congresso che parla dei problemi di discriminazione delle donne nel mondo del lavoro, probabilmente ci sarà una dominante di donne sia tra le relatrici che tra le uditrici. Purtroppo è anche quello che capita quando si parla di omosessualità si rischia di avere un pubblico molto selezionato ed è terribile pensare che poi questo possa scadere nella autoreferenzialità.

CI sembra quindi essenziale che il progetto che proponiamo abbia elementi di sinergia con varie realtà che allargano la possibilità di scambio e di confronto tra le diversità, quelle di genere ma anche quelle di identità più in generale e soprattutto quelle di pensiero e di approccio alla vita.



ABSTRACT
Pensiamo che la differenza di genere non sia da vedere come una contrapposizione tra solo due elementi come il femminile e il maschile ma che ci sono molte più sfumature e possibilità da scoprire. Ci vogliamo impegnare ad approfondire questa tematica in un contesto formativo interno e poi allargando gli orizzonti in un seminario esterno.

CITAZIONE

“Lascio agli altri la convinzione di essere i migliori… per me tengo la certezza che nella vita si può sempre migliorare”.
Marilyn Monroe 

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IL NOSTRO TEAM


Siamo due appartenenti ad una neonata associazione queer, giovanissima organizzazione di persone che con la diversità (non solo quella di genere) sono abituate a confrontarsi tutti i giorni. Siamo una associazione nata all’interno del mondo LGBT di una piccola città, anche se capoluogo di regione.

Abbiamo deciso di superare la categorizzazione individuata dalle lettere della sigla che rappresenta Lesbiche Gay Bisessuali e Transessuali, mettendo nel nostro nome il termine Queer che comprende ogni diversità di identità in mutazione. Anche se nata da pochissimo la nostra associazione è già in grado di portare una esperienza fatta a marzo in occasione del congresso nazionale di una associazione lesbica che si è svolto nella nostra città. Per l’occasione abbiamo lavorato in sinergia con altre associazioni che da più anni sono impegnate nella rivendicazione dei diritti della comunità LGBTQ ed abbiamo realizzato 4 serate ciascuna delle quali proponeva il tema del lesbismo da punti di vista diversi: cinema, fumetto, teatro, tecnologia.

Altra attività che alcun* di noi stanno svolgendo attualmente è un corso per autoformarsi, sotto la guida di due psicoterapeuti, con l’obiettivo di acquisire gli strumenti essenziali per poter attivare uno sportello di ascolto. Nella nostra idea a questo sportello si potranno rivolgere sia le persone con disagi legati alla propria omosessualità, che i loro genitori o conoscenti che sentano il bisogno di confrontarsi con la propria concezione delle differenze di comportamento in ambito di sessualità. Il progetto che vi presentiamo oggi ha una continuità con questo corso che stiamo svolgendo, infatti proponiamo un nuovo modulo (in ipotesi anche con gli stessi psicoterapeuti) che però abbia poi uno sviluppo operativo in un altro contesto completamente diverso.

LA NOSTRA IDEA IN POCHE PAROLE


Pensiamo che la differenza di genere non sia da vedere come una contrapposizione tra solo due elementi come il femminile e il maschile ma che ci sono molte più sfumature e possibilità da scoprire, e vorremo realizzare un progetto formativo che ci permetta di approfondire l’argomento tra di noi, inizialmente solo al nostro interno, ma per poi aprirci subito dopo ad altre realtà sociali con cui ci piacerebbe proseguire e migliorare la riflessione, ampliando i temi da studiare e dibattere.

Prima di tutto dobbiamo approfondire la definizione di noi stessi e noi stesse per poter poi solidamente affrontare il confronto con le diversità, specie quelle codificate dagli stereotipi di genere. Abbiamo immaginato quindi un percorso formativo articolato in due tempi, con modalità di realizzazione diverse e rivolto a due target differenti.

CHE OBIETTIVI HA IL PROGETTO IN UN ANNO DA ADESSO?


In realtà il nostro termine è più vicino di un anno perchè il seminario del secondo atto si dovrebbe svolgere entro la fine del 2015 e l’obiettivo è quello di sperimentare da subito la diversità nella sua elaborazione essenziale ovvero come parola agita in un contesto sociale molto allargato, non attendiamo un anno… abbiamo già in corso una azione formativa attinente e siamo già molto desiderosi di mettere tutto in pratica.

LE PRINCIPALI COSE CHE SERVIRÁ FARE PER REALIZZARE IL PROGETTO


Inizialmente pensiamo che sarebbe importante avere degli spazi e delle occasioni per poter parlare con esperti delle discipline psicologiche, in modalità attenta protetta e tutelata. Un piccolo gruppo di lavoro di 15/20 persone che lavorando in modo dinamico (sia tutti/e insieme che in gruppi più piccoli all’occorrenza occasionalmente) affronti le tematiche di base della identità di genere e sgretoli le convinzioni che anche noi come persone appartenenti alla comunità LGBT abbiamo interiorizzato. Questo primo modulo costituisce la base di partenza per poter costruire un gruppo di riferimento che poi abbia le capacità per passare alla seconda fase.

Il secondo momento formativo si innesta all’interno della terza edizione di un seminario chiamato “Diritti di famiglie” che quest’anno sarà basato sulla riflessione del “chi siamo”. Si potrà per esempio partire dalla osservazione di testi giornalistici usati come sollecitazioni di riflessione, oppure di immagini usate sul web per ragionare su come l’uso sessista della comunicazione non solo ci definisce quasi a nostra insaputa ma anche da contorno al nostro desiderio ed alle nostre scelte. Come gli anni scorsi il lavoro si svolgerà principalmente con le scuole di assistenti sociali, probabilmente quest’anno allargando la partecipazione anche all’ordine dei giornalisti.

Diversamente dagli anni scorsi il seminario non si dovrebbe svolgere solo con una giornata di lezione frontale ma si prevede una articolazione in diverse giornate con attività di ricerca e focus group da svolgere in piccoli gruppi di una decina di persone. Per condurre in modo appropriato il lavoro di questi gruppi serve la presenza di una persona che faciliti la riflessione e dia qualche indicazione iniziale oltre che seguire le attività di elaborazione delle idee del gruppo. Riteniamo che le persone giuste che possono fare questo tipo di tutoraggio siano quelle che hanno partecipato al primo modulo di formazione di cui abbiamo parlato poco sopra.


 

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