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VIA LE MANI

TIPOLOGIA:  culturale/pedagogico, prevenzione, sicurezza/difesa

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PERCHÈ VOTARE IL NOSTRO PROGETTO?

Via le mani dalla bocca per denunciare ogni forma di violenza e sopruso sulle donne.
Via le mani dalle orecchie per ascoltare il grido silenzioso delle donne vittime di ogni violenza.
Via le mani dagli occhi ed iniziare a prendere coscienza delle complesse, e spesso invisibili, realtà che ci circondano.
VIA LE MANI perché la dignità è un diritto inalienabile, a prescindere da sesso, razza o religione.
Il nostro progetto promuove una campagna di prevenzione, rivolta soprattutto alle nuove generazioni, per far acquisire l’importanza e il valore dell’essere umano e far comprendere la gravità di ogni forma di violenza verso la donna. Tutto ciò cercando di demolire la tradizionale convinzione che la donna sia per antonomasia il sesso debole.

ABSTRACT
Il nostro intento è quello di sensibilizzare tutti i cittadini, e soprattutto i giovani, sul tema della violenza sulle donne. Poter quindi comprendere insieme la natura di tale realtà e trovare potenziali rimedi, informandoli sui loro diritti e sulle forme di assistenza che lo Stato offre. Tutto ciò potrà trovare un risvolto positivo solo riappropriandosi della dimensione relazionale umana e diretta tra persone, nella ferma consapevolezza che chi ci sta di fronte non è un nemico.

CITAZIONE
«Io non dico: fra poco o molto tempo avremo una società che sarà perfettamente non violenta …..a me importa fondamentalmente l’impiego di questa mia modestissima vita, di queste ore o di questi pochi giorni; e mettere sulla bilancia intima della storia il peso della mia persuasione.»
Aldo Capitini, Elementi di un’esperienza religiosa

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IL NOSTRO TEAM


La nostra collaborazione nasce grazie alla comune intenzione di portare alla luce tale problematica che ci coinvolge emotivamente.

Sono una studentessa di filosofia. Il mio rifiuto ad ogni forma di violenza mi ha spinto a partecipare a questa iniziativa.

Sono una libera professionista. Nonostante svolga un’attività al di fuori delle dinamiche socio-culturali, nutro un profondo coinvolgimento riguardo alle problematiche sociali che colpiscono il mondo femminile.

Sono una studentessa di filosofia. Ho da sempre avuto una forte sensibilità verso questa piaga sociale che, di recente, ha colpito anche la mia famiglia.

Ho conseguito la laurea in giurisprudenza. Ad oggi mi trovo spesso ad affrontare complesse situazioni sociali dovute ad una radicata convinzione della superiorità di un individuo nei confronti di un altro.


LA NOSTRA IDEA IN POCHE PAROLE


Il nostro progetto punta, principalmente, a sensibilizzare le nuove generazioni. È puntando alle scuole, ai centri di aggregazione e ad ogni luogo in cui sorgono “piccole comunità” sociali che si può fornire un sostegno reale e tangibile a qualsiasi vittima di violenza; perché solo partendo dal basso, e da ciò che ci circonda, che si può aspirare a grandi cambiamenti.

Pensiamo che il presupposto fondamentale sia quello di recuperare il contatto umano, attraverso la dimensione dialogica ed emotiva e non servirsi di strumenti, quali i moderni mezzi di comunicazione tecnologica, che oltre a non essere facilmente gestibili da tutti, rappresentano una barriera invalicabile tra gli interlocutori.


CHE OBIETTIVI HA IL PROGETTO IN UN ANNO DA ADESSO?


  • Lo scopo principale è quello di rendere noti le varie forme di violenza sulla donna, e i possibili rimedi, soprattutto a ragazzi in età adolescenziali, poiché potrebbero essere loro, un domani, soggetti attivi o passivi di tale violenza.
  • Fornire strumenti e giusti aiuti affinché le persone possano fronteggiare eventuali situazioni problematiche e per non trovarsi impreparati.
  • Mettere a conoscenza i soggetti dell’esistenza di forme di tutela giuridico/legali a garanzia della propria integrità e incolumità.
  • Rendere socialmente utili le persone che vogliono entrare a contatto con tale realtà, a sostegno delle donne vittime di una violenza.


LE PRINCIPALI COSE CHE SERVIRÁ FARE PER REALIZZARE IL PROGETTO


  • Organizzare nei centri di aggregazione sociale locali e nelle scuole incontri frontali con esperti, quali avvocati, psicologi, professori universitari e operatori sociali, che in base alle loro conoscenze diano informazioni utili sui mezzi che lo Stato fornisce contro la violenza sulle donne. Luoghi in cui poter proiettare film e documentari, proporre letture incentrate sulla violenza femminile per stimolare il confronto. Negli spazi dedicati alla discussione sul tema, proporre come mezzo di libera espressione la scrittura anonima dove i ragazzi potranno esprimere cosa pensano, cosa sanno di tale realtà e quali rimedi credono essere utili per fronteggiare tale problema.
  • Organizzare corsi di autodifesa gratuiti, aperti a tutti.
  • Contattare scuole, università ed enti pubblici affinché diano la possibilità agli studenti, nei periodi di stage o tirocinio, di prestare il loro servizio in sportelli di ascolto già attivi in molte realtà locali.


 

ID: 231904


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