DO.U.B.T. – DOn’t Understimate Bullying’s Treatment

DO.U.B.T. – DOn’t Understimate Bullying’s Treatment FACEBOOK LIKES RICEVUTI: 1148

TIPOLOGIA: Supporto e assistenza

PERCHÈ VOTARE IL NOSTRO PROGETTO?

In risposta al silenzio, la più comune tra le strategie adottate dagli adolescenti per far fronte a questa tacita e logorante sofferenza (DfES, 1994; Smith et al., 2008), ho pensato che il confronto mobile-friendly tra adolescenti che condividono le stesse dinamiche, attraverso lo strumento che più utilizzano nell’arco della loro giornata, sia di vitale importanza per la salvaguardia della loro autostima e autoefficacia. Il confronto fra pari, il sapere di non essere giudicati, la consapevolezza di avere dei professionisti dalla propria parte a portata di mano, sono tutti elementi che ridurrebbero drasticamente i livelli di sofferenza di questi ragazzi e il rischio di suicidio (Hinduja & Patchin, 2010) in qualsiasi luogo e momento della loro vita (ad oggi un surrogato di supporto psicologico è dato da Yahoo Answer alla cui rete i ragazzi si rivolgono in cerca di risposte). Le vittime degli attacchi avranno modo di essere supportate attivamente e passivamente dagli psicologi, arbitri garanti di un corretto utilizzo della piattaforma e dei suoi contenuti; il tutto a portata di smartphone.

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IL NOSTRO TEAM



Sono uno studente universitario prossimo al conseguimento del titolo magistrale in Psicologia presso l’Università degli Studi di Torino. Ho una formazione orientata sul versante neuroscientifico, con un interesse spiccato per l’ ambito delle dipendenze da sostanze e comportamentali. Futura iscrizione all’albo degli Psicologi. Ho affrontato la tematica del bullismo e del cyberbullismo durante il mio progetto di tesi triennale presso l’Università degli Studi di Messina trattando le dinamiche sociali nella fascia adolescenziale correlate all’uso/abuso di un particolare social network, Ask.fm.
Dagli esiti della nostra indagine è emerso che, in accordo con la letteratura (Binns, 2013), i giovani fanno esperienza di questi siti come un gioco, o come qualcosa di prettamente irrilevante fino a quando non ricevono offese. Solo allora tale strumento è percepito come più reale di quanto possa sembrare, spesso troppo tardi, arrivando ad assumere i connotati di una vera e propria dipendenza.

LA NOSTRA IDEA IN POCHE PAROLE



L’idea di base è la creazione di un’app, in particolare di un social network, strutturato esattamente come un gruppo di auto-aiuto, in grado di mettere in contatto le vittime di bullismo e cyberbullismo tra loro. Attraverso delle livechat (stile WhatsApp), e di post (stile forum) organizzati in «rooms» tematiche auto-generate dall’utenza stessa e categorizzate per keywords, il singolo individuo avrà modo di rivolgersi anonimamente (a sua discrezione) ad altri utenti ponendo i propri dubbi, appunto i «doubts». L’applicazione, così come un sito ad essa afferente, verrebbe gestita e supervisionata da opportuni moderatori che esercitano la professione di psicologi. Un semaforo indicherà la presenza di uno o più professionisti online che possono intervenire, se richiesto, nelle singole sessioni di chat: condivise o private. Il loro compito sarà di moderare i contenuti dell’applicazione e di garantirne un corretto utilizzo (tramite segnalazione da parte dell’utenza) nonché di pronto-aiuto e supporto.

A CHI SI RIVOLGE LA NOSTRA IDEA



L’applicazione in oggetto troverebbe terreno fertile nella fascia 12-18, a cavallo tra la scuola secondaria inferiore e superiore, in accordo con i dati provenienti da diverse rassegne in letteratura di ricerca sul tema (Kuss & Griffiths, 2011; Lenhart et al., 2007, 2010)

CHE OBIETTIVI HA IL PROGETTO IN UN ANNO DA ADESSO?



Cercare di far fronte agli episodi di violenza fisica e/o verbale-psicologica provenienti, contemporaneamente,sia dal contesto scolastico sia dall’ambiente telematico dei social network (ambienti elettivi) con un altro social:

  1. L’obiettivo primario è quello di creare questa applicazione attraverso un
    lavoro d’ equipe multidisciplinare (psicologi, ingegneri informatici, appmanagers) traendo spunto da altre applicazioni già presenti in merito
    (StopIt, Stop Bullies, Back Off Bully, BullyBlock, Bully Button).
  2. Un secondo obiettivo è creare una rete di professionisti legati alla moderazione di quest’applicazione, al suo corretto utilizzo e al supporto
    online dell’utenza. Ciò, ad ogni modo, non costituisce e non sostituisce alcuna forma di terapia con un professionista, al quale si rimanda sempre.
  3. Un terzo obiettivo è raggiugere le scuole, coinvolgendo: il dirigente, il personale docente, gli psicologi operanti nelle scuole, organizzando cicli di incontri e conferenze volti a diffonderne ed incentivarne l’utilizzo.
  4. Un quarto obiettivo è coinvolgere gli Ordini Regionali, le ONLUS e le cooperative sociali per mantenere e supportare questo progetto.


 

ID: 121710


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