Quel che non si piglia con l’amo si piglia con la RETE

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TIPOLOGIA: Tutela, sicurezza e difesa

PERCHÈ VOTARE IL NOSTRO PROGETTO?

L’intervento su un fenomeno sociale così ampio, richiede l’uso di una metodologia esaustiva ed efficace quale l’intervento di rete. Sviluppata nelle teorie della psicologia sistemica, sortisce effetti di gran lunga più efficaci di interventi parziali poiché la forza di questa metodologia, consiste nel produrre un cambiamento nell’intero ambiente osservato (sistema), riducendo o addirittura eliminando la possibilità che tali eventi si possano ripetere in futuro. L’essere umano è un sistema aperto e complesso che interagisce con l’esterno in un processo di continuo adattamento e scambio di informazioni con l’ambiente circostante. Tale concezione motiva l’importanza di agire non solo sul singolo ma anche su tutte le altre componenti del sistema per consentire «comprensione del comportamento delle parti in relazione al tutto e comprensione delle proprietà dinamiche del tutto in relazione al contesto».

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IL NOSTRO TEAM


Siamo due Psicologhe Cliniche dello Sviluppo ed «Esperte in Scienze delle Persecuzioni», qualifica professionale basata sui principi Diossologici.

La Diossologia è un ramo della Psicologia che si occupa di qualsiasi forma di persecuzione e che si pone l’obiettivo di ricercare una regolarità comportamentale per la comprensione delle condotte persecutorie dell’essere umano, utilizzando un nuovo approccio scientifico basato su sette parametri identificativi. La scienza diossologica, quindi, si occupa di definire tutti quei fenomeni quali lo stalking, il mobbing, lo straining, il bullismo che, seppur singolarmente analizzabili, hanno una comune radice epidemiologica: la Persecuzione.

LA NOSTRA IDEA IN POCHE PAROLE


Spesso ci si sente “impotenti” di fronte ad alcuni tipi di problematiche perché possono configurarsi come “egosintoniche” in quanto la persona si sente in perfetta sintonia con i propri sintomi e non prova disagio. Pertanto, si strutturerà un percorso d’intervento non diretto al «portatore del sintomo» e quindi al bullo, ma diretto a chi si prende cura della persona che ha evidenziato difficoltà comportamentali e relazionali, e quindi alla famiglia e agli insegnanti.

A tal proposito, saranno previsti gruppi informativi e di discussione per approfondire la conoscenza del bullismo e identificare i suoi caratteri distintivi, così da contrastarne la diffusione, momenti di incontro e riflessione per predisporre percorsi didattici funzionali a incentivare comportamenti di scambio e di supporto, momenti di incontro/confronto in cui affrontare gli aspetti significativi dell’azione educativa genitoriale, l’importanza della comunicazione interpersonale, le regole e le punizioni adottate in famiglia, al fine di comprendere il loro ruolo e la loro responsabilità nel contesto educativo

A CHI SI RIVOLGE LA NOSTRA IDEA


L’idea progettuale si rivolge a genitori e insegnanti di ragazzi che frequentano le Scuole Secondarie di Secondo Grado e che manifestano dei comportamenti aggressivi e persecutori.

CHE OBIETTIVI HA IL PROGETTO IN UN ANNO DA ADESSO?


La scelta di tale intervento scaturisce dal modo in cui viene concepito l’individuo e dall’importanza attribuita a tutti gli elementi che concorrono ad influenzare il suo percorso di vita. L’obiettivo è la riorganizzazione funzionale del sistema sul quale si interviene, facendo leva sulle risorse che ruotano intorno al soggetto a rischio, cercando sempre di trovare strategie comportamentali e comunicative tali da scardinare i processi di mantenimento di un problema e favorirne la remissione.


 

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