La spirale

La spirale (o IUD) è un dispositivo di plastica di forma varia, lungo circa 4 cm, su cui è avvolto un filo di rame. Deve essere applicata all’interno della cavità uterina dal medico. Non occorre anestesia.

Gli ultimi giorni del periodo mestruale sono il periodo migliore per l’applicazione, sia perché il collo dell’utero è dilatato, sia perché così si è certi che non sia già in corso una gravidanza.

L’azione della spirale è collegata alle modificazioni della mucosa uterina, capaci – insieme a variazioni funzionali delle tube – di disturbare il processo di fecondazione e/o di annidamento dell’uovo. A ciò si aggiunge, nelle spirali al rame, una riduzione della capacità fecondante degli spermatozoi legata all’azione degli ioni liberati dal metallo.

Può essere usata per diversi anni, e va sostituita – a seconda del tipo – ogni 3 o 5 anni.
Prima di inserire la spirale è necessario fare una visita ginecologica accurata e un pap-test.

Dopo la pillola lo IUD è il metodo contraccettivo più sicuro con una percentuale pari al 98-99%.

Lo IUD può essere inserito anche nelle donne che si siano sottoposte di recente ad una interruzione di gravidanza. Dopo un parto la spirale potrà essere inserita quando, a distanza di 30-40 giorni, si riscontrerà il ritorno dell’utero alle sue normali condizioni di tono e volume.

Tutte le spirali hanno all’estremità inferiore un filo, che fuoriesce dal collo dell’utero, per 3 o 4 cm, in modo che la donna stessa, specialmente dopo ogni mestruazione, possa agevolmente controllare la presenza dello IUD, introducendo un dito in vagina e ricercando il filo sul collo dell’utero. Infatti, i rari casi di espulsione spontanea dello IUD avvengono più spesso nel periodo mestruale dei primi mesi di uso del metodo.

Dopo l’applicazione dello IUD si può verificare un aumento della quantità del flusso mestruale, così come la comparsa di piccole perdite tra una mestruazione e l’altra. Di solito il fenomeno di normalizza con il tempo.

Sono molto rari i casi di disturbi tali da rendere necessaria la rimozione della spirale (5% circa).

É bene considerare che il suo uso aumenta il rischio di infezioni dell’apparato genitale interno, motivo per il quale nelle giovanissime, o comunque nelle donne che desiderino ancora delle gravidanze, resta un metodo di seconda scelta.

Le infiammazioni dell’apparato genitale costituiscono una controindicazione all’applicazione dello IUD, mentre la nulliparità, l’utero retroflesso o un precedente parto cesareo sono controindicazioni relative, da sottoporre caso per caso alla valutazione del ginecologo.

È opportuno sottoporsi ad una visita di controllo dopo il primo, il terzo e il sesto mese di uso e successivamente ogni sei mesi.

Dopo la rimozione, in genere si può introdurre un nuovo IUD nella stessa seduta.
Se una donna rimane incinta con la spirale inserita e decide di portare avanti la gravidanza, lo IUD può essere rimosso entro la 12° settimana, ma se il dispositivo viene lasciato nell’utero non provoca malformazioni al prodotto del concepimento.