Ostetricia

Conosci i medici di:  Viale Regina Margherita 253, Via Toscana 30/1.

Per l’AIED educazione demografica significa anche una particolare attenzione alla gravidanza.

Lo sforzo costante che da sempre l’Associazione mette in atto è far sì che la scelta di avere un figlio sia una scelta consapevole e, quando questa diventa realtà, l’attenzione degli operatori è volta alla migliore gestione possibile della gravidanza.

Controlli preconcezionali, per consentire alla futura mamma di affrontare la gestazione nelle migliori condizioni di salute. Visite ostetriche, ecografie, diagnosi prenatale, accompagnano la donna, anzi meglio la coppia, nel percorso verso la genitorialità, con grande attenzione a ogni aspetto di questo delicato periodo, da quelli più squisitamente sanitari a quelli psicologici.

Con il tasso di natalità che oggi caratterizza la crescita demografica dei paesi del mondo industrializzato ogni gravidanza diventa preziosa: l’impegno dell’AIED è perciò quello di cercare di fare di ognuna di esse un’esperienza serena, sicura sul piano della salute di mamma e bambino, vissuta con la certezza di avere a disposizione una struttura in grado, con i mezzi più diversi e tecnologicamente aggiornati, di essere al fianco in maniera costante e professionale dei futuri genitori.

 

SERVIZI OFFERTI DALLE DIVERSE SEDI AIED IN AMBITO DI OSTETRICIA
Clicca nella seguente lista sul servizio di tuo interesse per vedere in quali sedi AIED è offerto.


VISITE / CONSULENZE OSTETRICHE

ECOGRAFIA OSTETRICA


L’ecografia è un esame non invasivo e sicuro sia per la madre che per il feto. Nel primo trimestre permette di: datare esattamente l’epoca di gravidanza; verificare la vitalità dell’embrione; evidenziare eventuali eventi patologici (minacce d’aborto). La misurazione della cute nella regione posteriore del collo effettuata fra la 11ª e la 14ª settimana consente di avere una stima del rischio di sindrome di Down e altre patologie cromosomiche. Nel secondo trimestre, attorno alla 20° settimana si effettua l’ecografia morfologica, mediante la quale viene visualizzata e descritta l’anatomia del nascituro, il corretto accrescimento fetale, le caratteristiche della placenta e la quantità del liquido amniotico. L’ecografia del terzo trimestre, associata alla flussimetria, valuta l’accrescimento e il benessere fetale e, dà una approssimazione rispetto al peso raggiunto dal bambino.


Disponibile nella sede di: Roma Via Toscana 30/1, Viale Regina Margherita 253.

ECOGRAFIA OSTETRICA CON FLUSSIMETRIA DOPPLER


Associata all’ecografia del terzo trimestre, vi è la flussimetria doppler, un esame che permette di stabilire se gli scambi di sostanze nutritive e di ossigeno tra madre e bambino attraverso la placenta siano adeguati alle necessità del feto. La valutazione del flusso sanguigno nei vasi materni e fetali consente, attraverso appositi parametri, di attestare il benessere fetale o svelare una iniziale sofferenza.


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ECOGRAFIA CARDIOFETALE


L’esame permette di diagnosticare la presenza di cardiopatie congenite nel feto e di valutare la funzione cardiaca, che è indicatore del benessere fetale.
Si può eseguire dalla 20ª settimana fino al termine della gravidanza, per monitorare l’evoluzione delle cardiopatie, e/o le aritmie fetali.
L’esame ecocardiografico fetale può essere effettuato ambulatorialmente e richiede circa 20-30 minuti.
L’esame è assolutamente non pericoloso e non doloroso, sia per la mamma che per il feto.

Come si esegue:
È un esame di facile esecuzione che fornisce notizie utili sull’anatomia e sulla funzione del cuore.
Non è invasivo, né utilizza raggi, ma onde sonore chiamate ultrasuoni, con una tecnica analoga a quella di una normale ecografia. A differenza delle radiazioni che possono creare lesioni nelle cellule umane, gli ultrasuoni non sono dannosi.
Questa caratteristica rende l’ecocardiografia la metodica ideale in tutte quelle condizioni in cui è necessario ripetere un esame in tempi ravvicinati e per controllare nel tempo l’evoluzione di malattie cardiache.


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DIAGNOSI PRECOCE DELLA GRAVIDANZA


I test biochimici si basano sulla rilevazione della gonadotropina corionica (HCG) che è l’ormone prodotto dalla placenta fin dalle sue primissime fasi, cioè subito dopo l’impianto nell’utero dell’ovulo fecondato, circa una settimana dopo il concepimento.
La gonadotropina corionica (HCG) può essere dosata nelle urine o nel sangue della gestante usando dei reagenti particolari.
I kit “casalinghi” venduti in farmacia per eseguire il test di gravidanza sulle urine, sono già sufficientemente sensibili: seguendo accuratamente le modalità d’uso, quando una donna si accorge della mancanza mestruale. Addirittura sarebbero già sufficientemente sensibili anche diversi giorni prima della mestruazione attesa.

I test di laboratorio eseguiti sul sangue materno, ancora più sensibili, sono da riservare a particolari casi clinici (diagnosi differenziale tra aborto interno e ritardo del concepimento, sospetto di gravidanza extrauterina) che verranno indicati dallo specialista.


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CARDIOTOCOGRAFIA (monitoraggio a termine di gravidanza)


La cardiotocografia consente di monitorare la frequenza cardiaca fetale e le contrazioni uterine. A tale scopo si utilizza un’apparecchiatura chiamata cardiotocografo, dotato di due sonde che vengono poste sul ventre materno: la prima è un rilevatore ad ultrasuoni del battito cardiaco, la seconda è costituita da un misuratore meccanico delle contrazioni uterine. Entrambe le sonde vengono fissate all’addome materno mediante fasce elastiche. I dati relativi alla frequenza cardiaca fetale e alle contrazioni uterine, captati dai rilevatori, vengono elaborati e tradotti in tracciati stampati.

La cardiotocografia è una tecnica completamente indolore e priva di rischi, sia per la mamma che per il feto, e in genere dura circa 30 minuti.
Negli ultimi giorni di gravidanza (a partire dalla 38ª settimana di gestazione), la cardiotocografia rientra nelle indagini di routine; viene infatti svolta ambulatorialmente allo scopo di rilevare eventuali contrazioni uterine preparatorie e controllare la normalità del battito fetale.

Durante il travaglio, il monitoraggio cardiotocografico permette di controllare se il bambino resiste bene allo stress indotto dalle contrazioni uterine, cogliendo sul nascere eventuali complicazioni.


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DIAGNOSI PRENATALE


Circa il 3% dei neonati è affetto da una malattia o anomalia congenita.
In molti casi questa può essere prevista, diagnosticata, trattata o prevenuta attraverso la conoscenza e l’identificazione dei fattori di rischio che ne sono alla base e l’adozione di opportune tecniche d’indagine.
La diagnosi prenatale comprende l’insieme delle procedure che permettono di riconoscere o escludere la presenza di anomalie congenite nel feto.
Tali procedure possono essere sostanziosamente divise in:
– tecniche dirette di prelievo di campioni biologici fetali, come l’amniocentesi e la biopsia dei villi coriali (villocentesi o CVS), che consentono di ottenere cellule del feto sulle quali effettuare analisi cromosomiche ed, eventualmente, anche studi biochimici e sul DNA;

– tecniche di diagnostica per immagini, come l’ecografia, che possono evidenziare malformazioni strutturali del feto. Il corretto impiego di queste tecniche richiede ovviamente la conoscenza delle loro indicazioni, dell’epoca di effettuazione, dei rischi e dei limiti.


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Translucenza nucale


Consiste nella valutazione dello spessore dei tessuti della regione posteriore del collo fetale compreso tra la colonna vertebrale e la cute.
Questo esame si esegue tra la 11ª e la 14ª settimana di gravidanza.


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Ultrascreening / Duo Test e Ultra-Test


Questi test si basano su un esame ultrasonografico e un prelievo di sangue effettuati tra la 11ª e la 13ª/14ª settimana di gravidanza.
Durante il controllo ecografico viene verificata la vitalità dell’embrione e l’assenza di gravi malformazioni evidenziabili in quest’epoca.
Viene quindi valutata l’epoca gestazionale e misurata la translucenza nucale, una zona evidenziabile ecograficamente compresa tra la cute e la colonna cervicale del feto. Maggiore è la misura di questo spazio, maggiore è il rischio di cromosomopatie.
Nel campione di sangue, invece, si misura la quantità di due sostanze denominate Free-Beta HCG e PAPP-A (plasma proteina A associata alla gravidanza), che sono presenti in tutte le gravidanze. Nella maggioranza dei casi anomali queste sostanze sono presenti in quantità alterata.
Il risultato del test biochimico viene combinato, attraverso un particolare software, con quello dell’esame ecografico per formulare il rischio specifico per la sindrome di Down e la Trisomia 18. Se dal test risulta una percentuale di rischio superiore alla “soglia” critica (1:300) si rendono necessari accertamenti diretti come la villocentesi o l’amniocentesi.


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Ecografia morfologica


Lo studio ecografico morfologico comprende un attento esame ecografico delle principali caratteristiche anatomiche fetali, eseguito in genere tra la 19ª e la 22ª settimana, alla ricerca di eventuali segni di malformazioni congenite strutturali.
Tale studio viene comunemente integrato da misurazioni dei principali indici biometrici cefalici, addominali e degli arti, e da analisi flussimetriche dei vasi uterini e ombelicali.
Se eseguito da un operatore con sufficiente esperienza, tale esame può permettere il rilievo o l’esclusione della grande maggioranza delle principali malformazioni. Va tenuto ovviamente presente che lo studio morfologico non sostituisce le tecniche dirette di diagnosi prenatale per quanto riguarda la diagnostica delle anomalie cromosomiche o geniche, né che il riscontro di caratteristiche anatomiche normali garantisce in assoluto la normalità del feto, sia per la possibilità che difetti minori sfuggano all’esame, sia per l’impossibilità di riconoscere con l’ecografia eventuali danni funzionali anche gravi.
L’eccessiva obesità, o un tessuto adiposo scarsamente penetrabile dagli ultrasuoni, riduce le possibilità diagnostiche dell’esame ecografico.


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- L'esame ecocardiografico fetale